E' di pochi giorni fà la notizia che il "Magic Bus", meta di un pellegrinaggio reso famoso dal libro di Krakauer "Nelle terre estreme" prima, e dal film di Sean Penn poi, verrà spostato dal parco nazionale di Denali nell'Alaska ad un luogo più consono per l'incolumità dei turisti stessi.
La storia che li ha spinti alla visita dell'autobus riguarda il viaggio intrapreso da un ragazzo di grandi prospettive future appena laureato agli inizi degli anni 90, con l'unico obiettivo di raggiungere l'Alaska immergendosi nella natura. L'incontro con persone di ogni sorta lungo il cammino, il conflittuale distaccamento dalla società e dalla famiglia lo portò alla profonda comprensione del mondo e di se stesso durante il viaggio che si concluse con la sua morte.
Il povero protagonista della storia, Christopher McCandless, sarà sicuramente orgoglioso di ciò, ma al tempo stesso credo sarà sopratutto incupito dalle motivazioni di questo pellegrinaggio: purtroppo troppi antichi luoghi di culto e mete celebri sono odierne gite/passatempo per "attivi professionisti praticanti" (come mi piace chiamarli) della moda del momento, indifferenti delle motivazioni e delle situazioni che hanno reso così importante ciò che stanno vedendo, o ciò che stanno fotografando.
Ma siamo qui a parlare di musica ed è ora di farlo, anche se è un argomento a me molto caro, ma ne parleremo in un secondo momento.
Poco prima di Natale trovai in offerta ad un prezzo speciale (5,99€) l'album Into the Wild Soundtrack di Eddie Vedder e lo acquistai subito, se non altro per il gusto di averlo su CD originale.
Conoscevo ovviamente il primo album da solista del frontman dei Pearl Jam ed ho colto l'occasione per rispolverarlo, così come il film, nel corso delle vacanze natalizie.
La qualità dell'album non si discute, poco più di mezz'ora di pura poesia tratta dalla magnetica voce del cantante, con chitarra, basso e mandolino per completare questa autentica bellezza.
L'ingaggio di Eddie da parte del regista Sean Penn è stato molto istintivo, sbrigativo, tanto quanto il cantante nel portare quasi 3 giorni dopo del primissimo materiale avendo sbirciato la sceneggiatura e qualche ripresa.

Pur essendo concepito come colonna sonora, con canzoni di poca durata per ovvi motivi cinematografici, il disco è a tutti gli effetti un'opera molto intima e prepotentemente diretta. L'ascolto è breve ma intenso nel raggiungere il suo obiettivo, una melodia che accompagni un film in perfetto stile on the road.
Le 11 tracce sono tutte scritte e composte dal cantante che le ha "depurate" dai suoni distorti e irruenti dei Pearl Jam, rendendole molto suggestive e verosimili durante la visione del film, tanto che i testi sembrano quasi scritti da Chris, il protagonista del viaggio.
Approfondiamo pertanto la mia preferita dell'album, poco più di un minuto di assoluta poesia, No Ceiling:
Letteralmente il titolo, "senza tetto", è quanto di più diretto si possa immaginare, la figura di Chris che viaggia da solo verso la natura incontaminata, il distaccamento dal "tetto", dalla sua casa, dalla sua famiglia, da ciò che apparentemente lo proteggeva, questa canzone breve ma ritmata è di poche parole, ma molto significative.
Comes the morning,
When I can feel
That there's nothing left to be concealed
Moving on a scene surreal
No, my heart will never
Will never be far from here
Arriva il mattino
Quando riesco a sentire che
Non c'è rimasto niente da cui nascondersi
mi muovo in una scena surreale
No, il mio cuore non sarà mai
non sarà mai lontano da qui
Il nostro Eddie si sarà immaginato il momento in cui Chris si accorge che il suo viaggio era giunto al capolinea, aveva raggiunto il suo scopo, si era depurato dalla società, aveva chiuso ogni rapporto con il passato, era arrivato ed era sopravvissuto in Alaska!
Stava cercando di non essere trovato, ma era arrivato il momento di tornare, di scrivere un libro dei suoi viaggi e del loro significato, le persone che ha incontrato e le avventure vissute, ma il suo cuore resterà lì, tra quelle montagne sperdute.
Sure as I'm breathing
Sure as I'm sad
I'll keep this wisdom in my flesh
I leave here believing more than I had
And there's a reason I'll be
A reason I'll be back
sicuro come il fatto che sto respirando
sicuro come il mio essere triste
terrò questa saggezza nella mia carne
me ne vado da qui credendo più di prima
e c'è una ragione
una ragione per cui tornerò
"Quando vuoi di più di quel che hai, credi di averne bisogno", in cuor suo sapeva che era al culmine del suo viaggio, ma sapeva anche che sarebbe tornato, sapeva che quest'avventura lo avrebbe riportato lì un giorno, di nuovo lì nei luoghi che tanto gli avevano dato...
As I walk the Hemisphere
Got my wish to up and disappear
I been wounded, I been healed
Now for landing I been
Landing I been cleared
mentre cammino per l'emisfero
ho il desiderio di sollevarmi e scomparire
sono stato ferito, sono stato guarito
adesso per atterrare,
per atterrare sono stato liberato
Questa strofa molto particolare, a parer mio, rimanda ai suoi problemi prima di questo viaggio, l'onda ipocrita dei suoi genitori lo ha ferito, lo ha segnato, troppe volte avrebbe voluto scomparire, magari volare...
Ora il suo volo è finalmente realtà, è il viaggio che sta affrontando, l'avventura che lo ha portato in mezzo alle terre selvagge, ora può atterrare, perchè si sente libero, vuoto di pregiudizi e di intenzioni passate, scarico di odio e indifferenza. Può tornare così nella società, riabbracciare l'unica persona in grado di comprenderlo, sua sorella e ricominciare da capo.
Sure as I'm breathing
Sure as I'm sad
I'll keep this wisdom in my flesh
I leave here believing more than I had
This love has got
no ceiling
sicuro come il fatto che sto respirando
sicuro come il mio essere triste
terrò questa saggezza nella mia carne
me ne vado da qui credendo più di prima
questo amore
non ha un tetto
Ora la sua indifferenza, il suo odio, le sue incomprensioni sono diventate amore, condivisione, serenità, l'Alaska e la strada lo avevano cambiato davvero, i suoi libri lo avevano accompagnato nelle notti più nostalgiche, beneficiò di tutti gli incontri durante il suo cammino, i regali e le parole di questi nuovi amici lo avevano abbracciato proteggendolo dalla solitudine. Ora che aveva provato tutto ciò sulla sua pelle, ora che aveva scoperto la diversità della società e le sue mille sfaccettature era pronto per ridare nuovamente fiducia a chi gli era accanto, era pronto a condividere ancora una volta. Lui che non credeva più che le gioie della vita si trovassero nei rapporti interpersonali, ritrovò delle nuove motivazioni per riprovarci.
L'autore rende davvero tangibile la voglia di ricominciare nella totale consapevolezza dei suoi veri valori e della loro provenienza, in poco più di un minuto e grazie ad una chitarra è riuscito a trasmetterci tutto ciò leggendo solo il testo guardando il film. Provate a pensare cosa potreste sentire ascoltando tutto l'album...
Vi lascio con il link per ascoltare la canzone e con il suggerimento di guardarvi il film o leggere il libro di questa storia veramente emozionante. Vi saluto con una citazione presa direttamente dalla pellicola cinematografica:
"Due anni lui gira per il mondo: niente telefono, niente piscina, niente cani e gatti, niente sigarette. Libertà estrema, un'estremista, un viaggiatore esteta che ha per casa la strada. Così ora, dopo due anni di cammino arriva l'ultima e più grande avventura. L'apogeo della battaglia per uccidere il falso interiore, suggella vittoriosamente la rivoluzione spirituale. Per non essere più avvelenato dalla civiltà lui fugge, cammina solo sulla terra per perdersi nella natura selvaggia."

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