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martedì 5 agosto 2014

Lucio Battisti il genio, le emozioni, la batteria, il contrabbasso, eccetera...





Precisamente 5 mesi fà, il 5 Marzo, avrebbe compiuto 71 anni uno dei più grandi artisti italiani, il cantautore per eccellenza (a parer mio) della musica leggera tricolore, Lucio Battisti.
E' un nome pesante da scrivere, difficile da leggere ma facilissimo da trovare: ho pensato diverse volte a come poter scrivere un articolo su di lui, ma sopratutto cosa trattare: ho optato per un album che ha segnato la mia adolescenza musicale, a mio avviso la vera "punta di diamante" tra il Battisti del Vecchio testamento e quello del Nuovo, La batteria, il contrabbasso, eccetera...
Siamo nel 1976, a più di 10 anni dall'inizio del successo con Mogol, suo grande partner artistico che lo ha condotto al dominio delle classifiche italiane, Lucio è al lavoro per il nuovo album che uscirà sempre con etichetta Numero Uno.
Il precedente lavoro del cantante reatino, Anima Latina, ha lasciato il segno rompendo letteralmente con il passato, l'abbandono della facile cantabilità (seppur ricercata e indimenticabile) per scoprire nuove sonorità e trovate ritmiche, ha creato stupore e dissensi da "primo ascolto" per chi si aspettava l'ennesima hit leggera.
Il primo passo verso questo grande cambiamento è cominciato alla fine del 1974, la ricerca e la sperimentazione sono i nuovi obiettivi di Lucio, aiutato dalla varie influenze sonore che incontra nel suo percorso.
Intorno a lui la scena italiana era delineata dall'uscita di Poohlover dei Pooh, Tutto il resto è noia di Califano, Se mi lasci non vale di Julio Iglesias, Prime impressioni della PFM e i Musicanti dei Ricchi e Poveri, per citare i più famosi e dare un'idea del momento musicale vissuto.
Ora il cantautore è innamorato dei ritmi funk della disco music, corteggiato da una profonda anima soul scoperta nel viaggio da poco intrapreso negli Stati Uniti, cercherà di innovare con questi tratti la sua "nuova musica".
Studiando le nuove figure ritmiche Lucio fà suo un complesso incastro musicale che darà poi il nome all'album, cercando di adattare in chiave "battistiana" un groove d'oltreoceano per portarlo nelle radio italiane con successo.
Le sue nuove canzone non possiedono le grandi aperture vocali del passato, ma sono farcite di dialoghi spigolosi e incessanti, Lucio diventa un narratore melodico che si incastra nel ritmo funk progressivo.
Il risultato è sorprendente, avanti anni luce dai suoi maggiori concorrenti del periodo, riesce a sbalordire critica e pubblico balzando subito in testa nelle classifiche italiane. "Ancora Tu" è il singolo d'eccellenza estrapolato dall'ultimo lavoro di Battisti, si divide alla perfezione tra il ritmo incessante strumentale e il parlato della strofa che culmina su brevi incisi invece che su grandi aperture vocali come nel passato. Il brano, ancora oggi tra i più conosciuti dell'artista, verrà riproposto in diverse discoteche nostrane tanto era orecchiabile la melodia e incessante il ritmo!

Sulla falsa riga possiamo trovare lo stesse sonorità ne "Io ti venderei", piccolo capolavoro veramente poco apprezzato dal pubblico, ma al tempo stesso altamente geniale tra pause, falsetto e basso.
Con pezzi splendidi come La Compagnia e Respirando si assicura pure quella componente di pubblico che è ancora "aggrappata" alle sue sonorità precedenti, affrontando temi come l'amore e la morte accostati alla solida melodia che accompagna le sue strabilianti aperture vocali, a tratti impossibili da imitare.
Ma veniamo al pezzo d.o.c. dell'intero album, Il Veliero: brano moderno, frizzante, assolutamente influenzato dal viaggio di Lucio negli USA. L'incredibili ipnosi in cui piomba l'ascoltatore nei primi 2 minuti di assoluta assenza vocale ma con l'incessante ritmo strumentale, crea il preambolo per le sonorità e i generi che verranno quasi 10 anni dopo, se non di più. Infatti il brano è quanto di più moderno e attuale si può trovare nella sua intera discografia, non esagero nell'affermare che abbia anticipato i pre-concetti base della musica house degli anni 90. Il famoso DJ Larry Levan, resident del Paradise Garage di NY fine anni 70 e fine anni 80, adottò il brano in moltissime sue serate, sopratutto in versione strumentale. Questo per sottolineare quanto l'artista abbia attraversato i decenni della sua carriera un passo avanti a tutti i suoi concorrenti, al suo pubblico che era abituato a sentirlo in un certo modo, etichettato come il "riccio che cantava emozioni", ma al tempo stesso devoto al suo genio, alle sue intuizioni.
Il coraggio e la volontà di ferro di togliersi dal sistema all'apice del successo lo ha portato su strade inesplorate e indecifrabili per noi come L'Apparenza o Hegel, ma sono sicuro che un giorno riusciremo a percepire, in un nuovo genere musicale, tratti riconducibili agli ultimi lavori di un uomo che se fosse nato e cresciuto nella valle londinese, tutto il mondo avrebbe riconosciuto la sua grandezza.



1. Ancora Tu
2. Un Uomo che ti Ama
3. La Compagnia
4. Io ti Venderei
5. Dove Arriva quel Cespuglio
6. Respirando
7. No Dottore
8. Il Veliero
9. Ancora Tu (reprise)








Giulio

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