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venerdì 23 novembre 2012

Nirvana - Bleach





Un recente articolo in un noto sito d'informazione musicale mi ha riportato alla mente un album molto significativo per me, Bleach dei Nirvana. La notizia in sé era un reportage fotografico dei primi anni di questo fantastico gruppo all'indomani dell'uscita del disco. I ricordi che lo circondano sono molteplici per me, il liceo, l'adolescenza, gli amici, lo scooter, le cuffiette durante le interrogazioni... Momenti indelebili che posso associare nella mia mente solo a questo gruppo, solo a questo disco.
Il trio di Seattle è stata una scoperta su tutti i fronti, il genere, lo stile, i mezzi di comunicazione, i limiti, il comportamento, il sistema.
Proprio la lotta a quest'ultimo, motivo di un'estenuante crociata da parte della band in tutta la loro carriera, vi è presente a sprazzi in questo primo album dove sono ancora naturali, ruvidi, freschi e geniali.



Data di uscita : 15 Giugno 1989
Etichetta : Sub Pop Records
Produttore : Jack Endino
Durata : 42 minuti
Voto : 8


Tracklist :

1. Blew
2. Floyd the Barber
3. About a Girl
4. School
5. Love Buzz
6. Paper Cuts
7. Negative Creep
8. Scoff
9. Swap Meet
10. Mr. Moustache
11. Sifting
12. Big Cheese
13. Downer

Bleach è una prefazione, è un'antitesi di quello che sarebbe poi diventato un movimento generazionale, la voglia di urlare e saltare affrontando temi esistenziali e rivoluzionari; i Nirvana sono il simbolo del disagio e dell'apatia nei confronti di una società volta al consumismo, che ha perso i contatti con i valori della vita. Lo stereotipo del ventenne nei primi anni 90 era inevitabilmente un fan della band più rappresentativa del rock-grunge del pianeta. Un giorno si presentò Kurt Cobain, un biondino di vent'anni con qualche pezzo in mano, ai Reciprocal Studios di Seattle prenotando una giornata di registrazione insieme ad un bassista, Krist Novoselic e un batterista Chad Channing ( in seguito Dave Grohl) , chiamato a sostituire il precedente Dale Krover.
Nirvana al telefono alla stazione Termini a Roma prima del concerto
Nel giro di poche settimane ( si parla di una trentina d'ore di registrazioni totali) il disco è pronto ad uscire, la copertina è una foto di un concerto scattata dalla ragazza di Cobain ai tempi e il titolo bleach (candeggina) si riferiva ad una pubblicità che consigliava di lavare gli aghi con la candeggina prima di drogarsi per scongiurare il pericolo AIDS.
E' un album acerbo, spigoloso, graffiante, nervoso e introverso, si vede subito che i brani sono composti da un ventunenne frustrato e infelice a causa della separazione dei genitori, di una noiosa adolescenza ad Aberdeen e di una naturale predisposizione "asociale".
Ma era la sua natura, spontanea ma sopratutto pulita da quel vortice di pazzia e droga che lo assalì poco dopo: questo disco che ha venduto quasi 10 milioni di copie è sottovalutato dal grande pubblico, oscurato dal successore Nevermind con il quale il gruppo raggiunse la perfezione e il successo planetario.
La composizione dei brani è quasi incompleta, la fretta di scrivere e registrare mostra dei testi trascurati dall'autore, come rivelò: "ai tempi ci interessava solo la musica".
Chi invece è alla ricerca di riff pesanti, veloci e graffianti sarà appagato appieno con spunti interessanti in campo punk-metal prodotti con una semplicità disarmante, ma vediamo le tracce nel particolare.
Blew apre l'album con un giro di basso profondo, tonalità e riff molto cupi, è forse la traccia con le maggiori credenziali punk inneggiati da alcuni frangenti urlati.




A ruota Floyd the Barber continua l'onda punk ma stavolta è la batteria la protagonista, grezza e padrona del pezzo accompagna un Cobain stridente che trasmette sofferenza e apatia. Un brano molto "skippato" dalla critica ma a mio modo di vedere molto significativo per capire emotivamente le veloci sessioni di registrazione.
Arriviamo alla prima vera e propria hit, About a Girl, brano scritto per la fidanzata di Kurt con un testo molto semplice, versi ripetuti con melodia spoglia e scarna ma di grande effetto, sopratutto dal vivo. Divenne così lo stereotipo della ballata riflessiva/emotiva che spezza il ritmo, verranno apprezzate sopratutto negli anni successivi.
Nirvana in concerto al Piper a Roma
La mia preferita, School, 2 minuti di frenetica corsa aggressiva con un testo scarno autobiografico ma che riesce ugualmente animare anche la più "frigida" anima rock con la voce di Cobain sofferta e rabbiosa.
Love Buzz è il primo singolo della band, uscito quasi un anno prima in un EP, è un evergreen questa cover degli Shocking Blue rivista in chiave semi psichedelica dal trio di Seattle che riescono a renderla più accattivante.
Approdiamo nella seconda parte del disco che risulta essere più ripetitiva e, per certi versi, a tratti pesante. Paper Cuts lenta e aspra, quasi a marcare un disagio ma al tempo stessa la forza che ve se ne può trarre e Negative Creep con chiari rifacimenti al cantate parlando in ragazzo disagiato con manie autodistruttive.
Tiriamo sù la testa con Scoff e Swap Meet che mi piacciono molto perchè rivendicano quella chiave punk dal testo insensato ma apprezzabile nel complesso, è chiaro il loro intento di dar voce all'esistenza frustrata di una generazione attraverso le sonorità. L'uso del  feedback e il ritmo incalzante con la solita "cristallizzazione del disagio" emanata dalla voce di Cobain marca a uomo un ritmo aggressivo ma sembra ancora incompiuto.


In poco più di 12 minuti ci troviamo ad ascoltare le ultime 4 tracce, Mr. Moustache troppo ironica e ripetitiva per essere ascolta più di 2 volte, Sifting un brano "giusto" malamente skippato perchè molto sottovalutato ma nel complesso apprezzabile, la classica Big Cheese volta a criticare il potere del mainstream marcando l'indipendenza della band nei loro confronti e Downer di poco più di un minuto ma molto incisiva e curiosa malgrado la breve durata.
Senza dubbio Bleach è un lavoro abbastanza difficile da assimilare, non ebbe il successo degli eredi ma perlomeno mostra i Nirvana più autentici e primitivi, non ancora contaminati dal successo e dalle droghe. Il progenitore di questo movimento che caratterizzò l'espulsione del malessere (musicale e non) di una generazione grazie alla musica, grazie al grunge formato da suoni grezzi e massicci.
L'espressione musicale di questo trasmise tutto il loro influsso e la loro autorità durante i tour, l'immagine creata dal trio ha influenzato una generazione tanto era potente ed estrema. Camicie da boscaiolo di flanella o maglioni girocollo o semplici magliette erano la "moda" e lo stile proposto involontariamente dalla band che aveva nel messaggio proposto il suo obiettivo.
Tutto questo finchè Kurt Cobain non si uccise nell'Aprile del 1994 confidando in un ultima lettera che non si emozionava più nello scrivere canzoni, nel comporle e nel suonarle, invidiando la carica che Freddie Mercury assimilava dal proprio pubblico, affannandosi a ricercare l'entusiasmo che non provava più da quando aveva 7 anni.
Citò la famosa frase della canzone di Neil Young:
" I don't have the passion anymore and so remember, it's better to burn out than to fade away"








Giuliao










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