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venerdì 12 ottobre 2012

U2 - Boy

ehm ehm.. da dove cominciare.. uff.. L'album Boy è... no, gli U2 cominciano con...no, tutto iniziò..macchè, siamo qui riuniti oggi..neanche per idea. Bene, non so come cominciare la mia prima recensione del primo album degli U2, penso sia chiaro. Loro per me non sono solo passatempo, non è solo musica, non è solo mp3 o cd, sono una passione, un emozione, un percorso, una storia; mettere per iscritto tutto questo è veramente difficile, bozze, appunti e schemini mi hanno accompagnato per giorni cercando di creare un filo logico/conduttore tra i miei passi e la scaletta, tra il mio pensiero ed il testo, tra la storia e l'interpretazione.
Credo che inizierò con delle domande che avranno delle risposte, sperando di rispondere a tutte.


Ma, chi sono gli U2? eh, facile, nel 1980 erano 4 ragazzi di Dublino che avevano visto 4 anni prima un annuncio nella bacheca scolastica riguardo alla formazione di un gruppo musicale. Al foglietto incollato dal batterista Larry Mullen jr, hanno risposto diverse persone: Adam Clayton, un eccentrico e stiloso bassista, David Evans "the edge" e suo fratello maggiore che sono dei talentuosi chitarristi e un piccolo diavolo ribelle Paul Hewson "Bono Vox", che si spacciò per un impervio e sprezzante rubacuori alla chitarra, ma si ritrovò a cantare nella loro prima esibizione scolastica.
Dopo svariate prove nelle cucine di casa, in rimesse attrezzi, locandine scolastiche, esibizioni in concorsi musicali locali, correzioni del nome della band, variazioni di formazione, nel giro di qualche anno riusciamo ad ottenere gli U2.



Dove siamo? Siamo a Dublino alla fine degli anni 70, la religione cattolica imperante e imponente, il grigiore del cielo, i locali pieni di fumo che fanno da "filtro" a loschi individui che organizzano attentati e stragi, l'IRA che batte il ferro finchè è caldo. Ragazzi obbligati al college, che passano le serate in pub e bar a scolarsi una birra scura per poi tornare in solitaria a casa tra vie buie e quartieri proletari ascoltando musica Punk e Rock New Age. I Ramones e i Joy Division riempono le giornate degli adolescenti e gli unici sbocchi musicali per una giovane band erano le serate organizzate dai locali cercando di impressionare l'agente o il manager di turno, che poteva proporti per una comparsata televisiva o concorso musicale.



Cos'è Boy? E' il nome del primo album di questa band, uscito il 20 Ottobre del 1980 sotto etichetta Island. Il manager Paul McGuinness era riuscito ad ottenere un contratto discografico dopo varie registrazioni di qualche singolo dell'anno precedente, con l'aiuto di Steve Lillywhite come produttore si rinchiudono agli Windmill Lane Studios a Dublino per iniziare la loro carriera. 
Molto prematuri e inconsci del futuro successo, questi 4 ventenni esternano tutta la loro voglia di divertirsi e suonare, le influenze punk/rock giovanili rendono il disco ruvido ma godibile in tutta la sua carica. La loro ingenuità e la loro freschezza rende l'album carismatico e divertente nell'ascoltarlo, drammatico ed emblematico nell'approfondire i testi (scritti da Bono) e nel capire i loro stati d'animo compromessi da tragedie familiari. Infatti la scrittura non è propriamente immediata, l'autore utilizza ricordi e immagini personali nel descrivere momenti e luoghi nella varie tracce. Conoscere così la sua esperienza, entrare nel contesto storico di una città, di una generazione sarà di rilevante importanza per la comprensione dei brani.
Con un batterista e un bassista che spesso non andavano a tempo e un Bono sempre in ritardo con i testi (improvvisava strofe e li cambiava di volta in volta), il vero "maestro" nel mettere insieme questi 4 scalmanati fù il produttore, Steve Lillywhite, che riuscì a conferire sicurezza e autorità ad ogni componente, cercando di spronare più che correggere pur adottando metodi strambi ( alcune basi di batteria furono registrate nel sotto scala dello studio).
A dispetto della tecnica ancora grezza si possono da subito distinguere i principali tratti caratteristici dei componenti, un batterista di livello, un bassista tecnicamente basilare ma fondamentale col suo stile e la sua esteriorità, edge alla scoperta dei delay e dei riverberi e un Bono con la sua voce ancora  primitiva ma ispirata.
Gli "assalti" chitarristici di una Fender Stratocaster e di una Gibson Explorer conferiscono al disco degli echi disco-punk ballabili, gli arpeggi scanditi da pause armoniche accompagnano l'atmosfera spiritual in diverse tracce, il registro nobile e goliardico del cantante evidenziano il livello di plasmabilità e duttilità della sua voce.
La semplicità del suono, a dispetto dei testi, è risultato un tratto distintivo della band dei primi anni, con pochi effetti, niente virtuosismi o mezzi termini riescono a creare qualcosa di spumeggiante e pieno di vigore. Ciò fà emergere da subito le infinite potenzialità del gruppo, dandogli sempre maggior credito di critica e commercio. Il titolo fù proposto da Bono e fù accettato quasi subito perchè funzionò da riassunto, filo conduttore di tutti i testi del disco.
L'album ha venduto fin ora quasi 4 milioni di copie in tutto il mondo, un buon inizio per una band emergente ma sicuramente non abbastanza per scrivere la storia, non ancora..

Ma veniamo alle tracce:

  1. I will follow
  2. Twilight
  3. An cat dubt / Into the heart
  4. Out of control
  5. Stories for boys
  6. The ocean
  7. A day without me
  8. Another time, another place
  9. The electric Co
  10. Shadows and tall trees


Il disco si apre con la storica ballata scatenata I will follow, capace di alzare dalla sedia anche i più pigri, ha un riff incalzante e una batteria scandita che si contrappongono ad un testo malinconico e triste verso la prematura scomparsa della madre di Bono, fatto che caratterizzerà la stesura di moltissimi testi della band.
Il cantate rivelò che era un motivetto che aveva in testa da parecchio e per farlo capire agli altri prese la chitarra e la improvvisò lui.
Diventerà una vera e propria hit live che scatenerà qualsiasi pubblico, parlo per esperienza personale, poche altre canzoni ti fanno saltare come questa, un inno.


Segue la inquieta Twilight che tratta della "zona d'ombra" tra fanciullezza e maturità, il crepuscolo appunto; dubbi e perdita di innocenza gridati in un ritornello che evidenzia la potenza vocale di Bono, rendono la  traccia abbastanza complessa nelle varie "pennate" di Edge che scandiscono il ritmo. Una scrittura ancora acerba dove fanno capolino alcuni tratti interessanti come " A teacher told me why, I laugh when old men cry" o "The old man tried to walk me home, I thought he should have known" rendono il brano interessante e tra i miei preferiti, sopratutto da cantare.
Si arriva a  An cat dubt / Into the heart, traccia complessa dove la prima parte è un racconto di un litigio tra lui e la sua futura moglie Alì, usando la metafora di una gatta nera in gaelico; seguita da una pausa di echi e riverberi di  Into the heart che rimanda un momento art-rock psichedelico, narrando nel testo che non potrà tornare nel cuore di un bambino. L'atmosfera sognante che crea questa canzone è resa magica dall'attesa "suonata" da Edge in maniera molto romantica, si impadronisce di te, viene voglia di abbracciare chi si ha di fianco ricordandosi che non si è più bambini, sorridendo di scorci di vita infantili spensierati.
Il basso pulsante e una ritmica veloce e diretta caratterizzano Out of control, brano che Bono scrisse il giorno del diciottesimo compleanno. Primo singolo della band precedendo il disco, tratta di argomenti incontrollabili come la nascita o la morte, un testo molto semplice sia per la metrica che per le parole.
Da considerarsi un altra ballata scatenata tutta da saltare con una resa live veramente di alto livello con un Bono scatenato sul palco, fondamentalmente perchè è stato un brano molto sentito.



Altro brano dal basso scatenato è Stories for boys, semplice e immediata melodicamente, propone le varie passioni e sbandate passeggere che possono incontrare quotidianamente i ragazzi, "una fantasia di fuga dalla realtà" come disse Bono. Sicuramente un testo non di facile interpretazione, ma facilmente divisibile in ciò che può essere una fuga dalla quotidianità per un ragazzo, ma solo una "storiella" per un adulto.
Di seguito troviamo The ocean, brevissima composizione psichedelica con un testo profondo e riflessivo magari scritto davanti al mare di Dublino, luogo di sicura ispirazione per un ribelle e inquieto Bono. Nei testi viene riportata nella prima strofa la frase "Dorian Gray" ( il famoso romanzo di Oscar Wilde), anche se non viene cantata. Oggetto di numerose ipotesi e opinioni, questa dicitura nascosta sarà stata di certo una fonte d'ispirazione, la perdita dell'innocenza, la fragilità, ci immaginiamo il cantante in riva al mare a leggerlo dopo una fuga da casa, epilogo di una delle frequenti incomprensioni con il padre. Sebbene breve, risulta un brano molto delicato, un picco assoluto dell'album nello scrivere, un'immagine quasi eterna.
A day without me è un omaggio al cantante dei Joy Division, Ian Curtis suicidatosi nel Maggio del 1980. Sonorità riconducibili ai Police dei primi anni danno quel pizzico di brio che ci voleva in una canzone con un contesto simile.
Another time, another place è la mia traccia preferita dell'intero album, testo semplice, ritmo scandito e accattivante, tutta da cantare. Si parla di una coppietta che ha difficoltà a trovare un posto tranquillo per momenti di intimità in una città puritana come poteva benissimo rappresentarsi nella Dublino di quegli anni. Nel tratto finale della canzone vi è un mistero ancora irrisolto, non si sà cosa dice Bono! Ci sono ipotesi circa cantasse qualcosa in gaelico, ma non è un drago in questo campo, ci sono altre ipotesi dove sembra parli in un tedesco mezzo "farfugliato", mentre in ultimo qualcuno dice che parli in yiddisch, la lingua dei ebrei della diaspora che a tratti è simile al tedesco. 
Si arriva così ad una delle tracce più caratteristiche, The electric Co. A fronte di un testo molto complesso che tratta di una denuncia verso l'elettroshock (ECT, pratica medica molto diffusa negli ospedali psichiatrici  in quegli anni), vi è una sonorità dirompente e trascinante, la convulsa chitarra di Edge riesce a dare la sensazione di una vera e propria scarica elettrica, quasi a ricreare quello smarrimento e confusione generato dalla terapia. La voce rabbiosa e prolungata di Bono racchiude quest'atmosfera tutta da saltare..



L'ultima traccia Shadows and tall trees parla di un gruppo di ragazzi che, naufraghi su un'isola deserta, ricominciano da capo con regole e società completamente nuove. E' un immaginario ritorno a casa di Bono, con un martellante giro di batteria sincopato e una voce quasi lamentosa. Il titolo del brano è preso dal libro "Il signore delle mosche" di Golding.

Chi è il bambino in copertina? La copertina del disco, molto discussa negli USA, è una fotografia in primo piano del fratello di Gucci (amico stretto di Bono), simbolo dell'abbandono dell'età infantile per entrare nelle tematiche e i traumi del mondo degli adulti. L'immagine in questione, oltreoceano, ha scaturito infantili accuse per pedofilia, così i 4 ragazzi han dovuto cambiare copertina per il mercato statunitense.



Il disco è stato preceduto dall'uscita di qualche singolo (Boy/Girl, 11 O'clock tick tock, Another Day) e dall'EP Three, per promuoverlo nel settembre 1980 iniziò il Boy Tour, che terminò quasi un anno dopo. 
Dalle prime serate nei locali circostanti viaggiando con un pulmino, sembrano passati secoli tanto fanno fatica ad abituarsi alle date ravvicinate ed al jet lag; si, perchè tra le 157 tappe del tour ci sono state 2 leg nel Nord America, dove sono rimasti scioccati dalla maestosità del paesaggio ( argomento ampiamente trattato nelle canzoni a venire).Le date furono esibizioni in piccole strutture registrando così quasi sempre il tutto esaurito. Vennero cantate dal vivo tutte le canzoni dell'album, ma cambiò la scaletta di volta in volta inserendo qualche b-side o singolo precedente. Durante il tour registrarono e nelle ultime date proposero alcune canzoni dell'album successivo October.
Tuttavia ricevettero recensioni abbastanza negative dai media e dalla critica, indubbiamente in un momento musicale abbastanza importante sia nel Regno Unito ( Queen, Lennon, McCartney, Bowie, Duran Duran) sia negli USA ( ACDC, Aerosmith, Bruce Springsteen, INXS, Eric Clapton), questi 4 ragazzini erano poco più di un gruppetto di scalmanati che suonano bene. 
Non si può ovviamente negare che sia stato un debutto molto significativo per questo gruppo, i numeri e le tracce parlano da sole, considerando la sterzata artistica effettuata rispetto a qualche tempo prima, dove erano soliti riproporre pezzi dei Ramones o dei Joy Division durante le esibizioni.


Quando si parla di questo gruppo, mi faccio prendere la mano e le dita battono i tasti autonomamente rischiando di essere prolisso :)


Giuliao




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