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mercoledì 2 ottobre 2013

U2 - October

Dopo una lunghissima pausa estiva riprendiamo a scrivere qualcosa di musica, riprendendo quel filone di gradevoli recensioni che ha portato a più di 5000 visite questo blog creato per divertimento...
C'era una bozza lasciata in sospeso con questo titolo, U2 - October, la recensione era imminente dato il successo (in termini di visite) del primo album, così dopo diversi spunti finalmente riesco a trovare il tempo per riempire questa famosa bozza!!



Quest'oggi, all'indomani delle ultime rivelazioni di Bono Vox al David Letterman Show riguardanti l'album degli U2 in uscita (si spera per la fine del 2013), per il quale prende tempo ovviamente, andiamo a vedere il secondo disco della band irlandese.
October esce il 12 Ottobre 1981 ed è la consapevolezza di aver "centrato" l'obiettivo di scommettere su questi 4 ragazzi di Dublino, infatti riescono ad affermarsi e raggiungere le vendite del primo titolo Boy.
Dopo un debutto molto apprezzato, la band si impegna nel giro di un anno nel proporre un nuovo album tra litigi, Bahamas e furti, l'atmosfera non era delle migliori.
Ad oggi è uno dei dischi meno conosciuti e di minor successo del gruppo irlandese ma è anche considerato uno dei più significativi dei loro "primi passi", dato il periodo di profonda crisi che stavano attraversando.
Le divergenze in quei giorni erano date dall'adesione di Bono ed Edge al gruppo di preghiera evangelista Shalom che li trascina in una crisi di identità che li fà dubitare in merito al fatto o meno di continuare sulla strada del successo (si parla di Edge che abbia lasciato il gruppo per 2 settimane in quel periodo).
Il senso di appartenenza alla band è messo in discussione, così Bono nei testi si "aggrappa" alla fede, alla futura moglie e alla sua terra, continuando e approfondendo il tema dell'adolescenza affrontato precedentemente; la realizzazione del disco è stata molto difficoltosa, condita dal furto del taccuino del cantante dove appuntava le sue idee per i testi, così l'improvvisazione e la "recita" di salmi religiosi diventarono ricorrenti durante le registrazioni.
Oltre alla fede l'album mette in evidenza il clima di tensione che si viveva in quegli anni di scontri in Irlanda del Nord, l'impotenza di fronte ad un mondo che non può essere cambiato che lascia un desiderio di riscatto nei membri della band, accendendo la prima miccia di ribellione che sfocerà nel prossimo disco.
E' un album molto significativo quanto complesso, racchiude il primo embrione marchiato U2; le diverse tematiche e la sua spontaneità, riescono a creare una poetica fortemente intimista nei testi e nelle melodie che racchiudono paesaggi solitari invernali caratteristici dell'Europa del Nord.

Il disco è stato registrato principalmente negli Windmill Lane Studios di Dublino, ma la traccia Fire è stata registrata nei Compass Point Studios alle Bahamas durante una pausa del Boy Tour.
Gli unici due singoli estratti sono Fire nel Luglio del 1981 e Gloria nell'Ottobre 1981 riscuotendo un discreto successo, ma le vere "gemme" sono all'interno dell'album...

Data di uscita: 12 Ottobre 1981
Etichetta: Island Records
Produttore: Steve Lillywhite 
Durata: 41 minuti circa
Voto: 7

Tracklist:

1. Gloria
2. I Fall Down
3. I Threw a Brick Trough a Window
4. Rejoice
5. Fire
6. Tomorrow
7. October
8. With a Shout (Jerusalem)
9. Stranger in a Strange Land
10. Scarlet
11. Is That All?           





La prima traccia è Gloria, un concentrato di energia e melodia rock che può essere tranquillamente interpretata come una preghiera, una testimonianza della perplessità di conciliare il crescente successo della band con una vita cristiana. Le strofe trascinanti dal riff di Edge al basso corposo di Clayton aprono il ritornello armonioso in latino di Bono che esprime i suoi dubbi all'Onnipotente.
 

Il video musicale della canzone è stato girato a pochi metri dallo studio di registrazione, sopra ad una chiatta sul gran canale di Dublino; è stato il primo video musicale degli U2 trasmesso dalla rete MTV.
E' una canzone molto particolare per la band irlandese, che l'han proposta al pubblico dal vivo diverse volte fino al Lovetown Tour (1989/1990), per poi non riproporla per quasi 15 anni fino al Vertigo Tour (2005).


 Il disco continua con I Fall Down, brano che introduce il nuovo supporto pianistico di Edge, meno protagonista con la chitarra in mano rispetto al primo disco. Sono sopratutto le forti note di basso di Adam Clayton  e la prepotente batteria di Larry Mullen jr a colorare quasi tutto l'album, ma in particolare questa traccia. Il testo è molto intimistico, letteralmente una "caduta" dell'uomo di fronte alle decisioni marcando un vuoto esistenziale rappresentato da Julie e John.
I Threw a Brick Trough a Window è la terza traccia ed è molto particolare, quasi 5 minuti di un'atmosfera quasi rock/psichedelica come il buon Steve Lillywhite (produttore) insegna, gli assoli di batteria e le pennate di chitarra accendono la mini rivoluzione evocata dal disco rincorrendo la voce di Bono, a tratti eccessiva.
La crescita vocale del cantante grazie al Boy Tour di un anno all'incirca è facilmente apprezzabile nelle prossime tracce come Rejoice e Fire andando in crescendo sia melodicamente che ritmicamente.
Questa manciata di disco/punk/rock li riporta al primo disco, condito dal tema portante della religiosità espresso come un sentimento radicato nella loro cultura, ma porta anche una vena di freschezza e adrenalina poco prima di scendere nel punto più cupo dell'album.
Arriviamo così a Tomorrow, la gemma preziosa per eccellenza di questo disco, la mia canzone preferita molto probabilmente di tutto il decennio della band irlandese.
E' una delle poche descrizioni di Bono della morte della madre Iris quando lui aveva 14 anni, in particolare descrive il giorno del suo funerale; lui cerca di parlarci con un filo di voce, accompagnato dalle Uillean Pipes (famose cornamuse irlandesi) che cantano un lamento doloroso e malinconico che sembra non finire mai. La presenza delle cornamuse rivela il legame dei quattro dublinesi con la tradizione folk del paese e il crescendo della voce e della melodia proclama lo strazio provato da un adolescente.
Senza ombra di dubbio la canzone testualmente più intima e "sentita" dalla band, dimostrato dalle pochissime presenza in scaletta dal vivo: infatti oltre a qualche sporadica esibizione nell'October Tour, è stata ripresa raramente nello War Tour per poi finire tra le tante canzoni non riproposte dalla band sin da Maggio del 1983.
La malinconia autunnale del cambiamento che ci circonda è espresso perfettamente nella title-track October, poco più di 2 minuti di pianoforte e voce che trasportano l'ascoltatore in una fredda mattinata di Ottobre a guardare il molo di Dublino insieme a questi 4 ragazzini. Anch'essa utilizzata molte volte in tutti i tour del decennio 80-90 per poi finire la sua comparsa nel Lovetown Tour nel 1989.
Le ultime 4 tracce sono diversissime tra loro ma vanno a comporre un filo logico conduttore che ha caratterizzato tutto l'album, la spiritualità e la richiesta d'aiuto verso la fede con With a Shout (Jerusalem) e Scarlet, la diversità, le differenze razziali e i loro conflitti annunciati in Stranger in a Strange Land e Is That All. Gli U2 cominciano a domandarsi se il mondo può cambiare grazie alla musica, se questo è tutto quello che hanno/possono dire in merito; sappiamo tutti come è andata...

Verrà seguito dall'October Tour della durata di un anno con 102 tappe tra Europa e USA rimasto alla storia come uno dei tour più brevi della band.
E' un album grezzo, spontaneo e sincero, non hanno avuto paura di esprimere i loro sentimenti e i loro dubbi toccando gli argomenti a loro più sensibili. Hanno dimostrato che la difficoltà non stava nel proporre un disco di successo, ma era continuare il successo con un altro album: una sfida che hanno vinto sia musicalmente che commercialmente.
Sono entrati nelle radio della gente con lo stereotipo del gruppo di "ragazzini religiosi" mentre le band del periodo si cibarono di sesso droga e R&R, avranno questa "etichetta" per quasi 10 anni proponendo un gruppo rock senza gli eccessi ai tempi in voga.
Credo che sia un album che è "invecchiato" bene, molto più comprensibile ora che non 30 anni fà, grazie a quei piccoli indizi che ci han portato poi a scoprire capolavori come War 2 anni più tardi.
Un album da avere? Bè diciamo che non è una colonna portante della discografia degli U2, ma sicuramente è la rappresentazione della spontaneità di una band, che anni più tardi stravolgerà il rock, nei primi anni della loro carriera.







Giuliao




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