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mercoledì 10 aprile 2013

Bruno Mars



Se qualche mese fà mi avessero detto che avrei scritto un pezzo su Bruno Mars gli avrei facilmente lanciato una scarpa, ma eccoci qui invece, ebbene sì, la curiosità purtroppo...
Inizialmente conoscevo di nome questo ragazzo hawaiano classe 85 che si affacciava sui palcoscenici di MTV con canzoni strimpellate dal ritmo saltellante, occhiali scuri e carnagione olivastra, poi il continuo "beccare" qualche singolo nuovo alla radio, infine la crescente curiosità mi ha portato qui.
Non che mi piaccia molto parlare di artisti contemporanei, nè sono entusiasta di affrontare un tema decisamente pop in questo blog, ma le indiscutibili capacità e i chiari mezzi che questo ragazzo possiede sono difficilmente ignorabili.
Oramai sono all'incirca 15 anni che siamo li a celebrare icone pop più o meno veritiere, cercando il confronto con le vecchie ombre del passato (Michael Jackson, Madonna..) e riproponendo continui richiami verso le sonorità che furono; ma ognuno coi suoi difetti, gli odierni pretendenti a questa medaglia si contendono ciò che non sarà mai, ciò che non meritano e ciò che non comprendono semplicemente perchè sono paragono improponibili, gusti musicali in continua evoluzione oggigiorno amplificati dalla grande accessibilità pubblica, una trasmissione gigantesca di contenuti che rimbalzano nella testa delle persone e chi più ne ha più ne metta..
Il punto è che sono paragono che non si possono fare stop.
Così arriviamo al nostro hawaiano che invece di cercare il confronto con le icone passate, le assimila, le emula, si avvicina al loro stile e lo "plasma" rendendolo suo, ma la cosa fenomenale è che gli riesce davvero bene, senza forzare è riuscito a ricucire questa specie di strappo creato dalle, ai tempi, Spice Girls, fino a Justin Bieber. Secondo me questo ragazzo è tra i pochissimi anelli di giunzione tra queste 2 epoche ben diverse, riesce a portarmi alla mente quella gente e quelle sonorità che tutti rimpiangiamo ma rendendole attuali.
Ma andiamo nei particolari; questo ragazzo firma per la Atlantic Records e comincia a sfornare brani per diversi artisti portandoli al successo fino ad uscire nel 2010, prima con un EP e poi successivamente con un album tutto suo, Doo-Wops & Hooligans.
I singolo che catturano il pubblico furono Grenade, Just the Way You Are, The Lazy Song e Marry You. 
Colpisce subito l'immagine di questo ragazzo, classico "viso" semplice e pulito, voce chiara e potente, un cappello per rendere più sbarazzino il tutto. L'album ottenne subito un enorme successo vincendo 4 dischi d'oro e 12 di platino in diversi paesi del mondo.
Il singolo Grenade è stato il secondo singolo più venduto al mondo nel 2011 superando le 10 milioni di copie, ricorda vagamente il ritmo e le sonorità di Dirty Diana di Michael Jackson, è seguito dalla seconda hit del disco Just the Way You Are che, ironia della sorte, è il singolo più venduto del 2011 superando le 12 milioni di copie.



Le immagini al pianoforte riportano indietro la mente ad un recente Stevie Wonder, alcune tonalità della sua voce oltretutto riprendono The King of Pop ed è troppo palese per ignorare questo fatto, giocandoci sù.
Il mio brano preferito da buon melodico fan delle ballate è Talking to the Moon, anche se di breve durata non si riesce a non cliccare replay per riascoltarla.
Il brano che mi ha sorpreso di più invece è stato Liquor Store Blues perchè tocca il reggae  e un blues molto ritmato che genera una bella potenza se proposta dal vivo grazie all'aiuto della sua band, co-autrice di tutti i brani del ragazzo.
Ma adesso passiamo al secondo album del cantante, uscito nel dicembre dello scorso anno sempre sotto la stessa etichetta, Unorthodox Jukebox.
Come espressamente dichiarato dal cantate, questo disco è una grande miscela di più generi e stili, dimostrando tutta la sua grande varietà e la capacità di spaziare tra loro con una naturale disinvoltura.
E' quella libertà che la generazione odierna possiede musicalmente parlando, oggi ascolto rock, domani pop, poi soul ed infine R&B, nulla è scontanto e tutto è affrontato nel migliore dei modi mettendoci la faccia, sicuramente questo coraggio lo ripagherà se non subito, poco più avanti.
Apprezzo e stimo davvero tanto questa "libertà" di espressione, senza rientrare nel "tracciato" oramai fin troppo delineato dai soliti nomi del panorama musicale odierno.
Tutto ciò fà si che il primo ascolto dell'ultimo disco di Bruno Mars sia piacevole e curioso, i quasi 35 minuti scorrono facilmente tra una traccia e l'altra (10 canzoni, forse poche).
Le evidenti vene pop del ragazzo nascondono una miscela di reggae, R&B e soul che riesce ad esprimere magistralmente di canzone in canzone, avvicinandosi quà e là ai Police, a Prince e rimettendo sotto la luce pure Phil Collins, ricalca perfettamente diversi stili associandoli al proprio.
Rimane incredibile l'influenza New Wave e l'impressionante somiglianza per caratteristiche vocali e ritmiche a Michael Jackson.
Looked Out of Heaven è stato il primo singolo lanciato riscuotendo un enorme successo, a ruota lo sta seguendo When I Was Your Man, brano totalmente diverso.
E' partito cos' il Moonshine Tour e toccherà l'Italia ad Ottobre in un'unica data, un'occasione da non perdere per tutti i fan e per i curiosi in cerca di fievoli ricordi.
Infine, in pieno disaccordo nel fare paragone tra cantati di diverse epoche, credo in questo ragazzo, credo nel talento che sprigiona e nel materiale proposto fin ora, non è il nuovo King of Pop, ma è umile e coraggioso abbastanza per proporre ciò che vuole sfruttando le sue doti, solo per questo oggigiorno, merita molto più di un ascolto.
 



Buon Ascolto


Giuliao
















1 commento:

  1. Io il disco l'ho comprato.. ed è veramente bello. E Treasure è un classicone vecchiostile. Bel lavoro Bruno!!

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